Quest’anno l’industria calzaturiera italiana si trova ad affrontare difficoltà
Il settore calzaturiero italiano ha vissuto un inizio 2024 difficile, con cali significativi delle esportazioni e del fatturato nel primo trimestre. Secondo un rapporto del Centro Studi Confindustria Moda per Assocalzaturifici, l'export è diminuito del 9,7% in valore e del 10,3% in volume, mentre il fatturato complessivo è diminuito del 10,1%.
Giovanna Ceolini, presidente di Assocalzaturifici, spiega in una nota che il rallentamento iniziato nella seconda metà del 2023 si è intensificato, con una forte riduzione degli ordini e dell'attività produttiva. L’indice della produzione industriale del settore è sceso del 20,5% nei primi tre mesi del 2024."Per il settore calzaturiero è proseguito il rallentamento iniziato nella seconda metà dello scorso anno anche all’inizio del 2024,"La signora Ceolini ha detto:"ed è ora divenuto ancora più marcato, con una forte riduzione degli ordinativi e dell'attività produttiva (l'indice ISTAT della produzione industriale nei primi tre mesi segna un -20,5 per cento).
"Nel secondo trimestre tra aprile e giugno 2023 si prevede un calo del fatturato di circa il -7,4%."
Da un sondaggio condotto tra gli operatori del settore è emerso che il 68% degli intervistati ha riscontrato un calo del fatturato, mentre il 18% ha segnalato contrazioni superiori al 20%. Le prospettive rimangono pessimistiche, con oltre l’80% degli imprenditori che non prevede una ripresa prima del 2025.
La maggior parte degli intervistati ha riscontrato un calo delle entrate
Le esportazioni, che rappresentano l’85% della produzione nazionale, hanno registrato un calo particolarmente marcato a marzo, con un calo sia in valore che in volume di circa il 20%. Tutte le categorie di prodotti hanno registrato una crescita negativa, con le calzature in pelle, che rappresentano il 65% del valore delle vendite estere, in calo dell'8,6% in volume.
Sebbene i mercati dell’UE siano andati leggermente meglio rispetto alle destinazioni extra-UE, si sono verificati cambiamenti notevoli nelle principali regioni di esportazione. La Svizzera, tradizionalmente un importante hub logistico per le multinazionali della moda, ha visto le esportazioni dimezzarsi. Tuttavia, sono aumentate le spedizioni dirette verso i mercati finali come l'Estremo Oriente e il Medio Oriente.
Le difficoltà del settore rispecchiano quelle di altre filiere della moda, compresi tessuti, filati e concerie. In assenza di segnali immediati di ripresa, il settore ha respinto le aspettative di un rinnovato slancio al 2025, riflettendo una prospettiva cauta per il settore italiano dei beni di lusso.